Il torrone era noto già in epoca romana e continuò ad allietare gli italiani anche nei momenti più bui del medioevo. Un dolce che ritroviamo un po’ in tutte le regioni, ma che in Piemonte trova le sue scuole di produzione tra le aree di Asti e Alba, dove viene declinato con un ingrediente che lo differenzia da tutti gli altri: la nocciola tonda e gentile delle Langhe IGP. Pochi chilometri separano Asti da Alba, quanto basta per scoprire due torroni diversi. Ad Asti viene realizzato di tipo friabile e senza alcuna ricopertura e gli ingredienti sono: nocciole, sciroppo di glucosio, albume, vanillina, ostie, miele millefiori e zucchero semolato; l’amalgama, prima dell’aggiunta delle nocciole, viene agitata allo scopo di aumentarne il volume e sottoposta ad una cottura non inferiore alle 6 ore per eliminare tutta l’umidità. Nell’Albese l’impasto viene dato da miele, zucchero e glucosio con una percentuale di nocciole molto elevata che viene poi passato ad una cottura lenta a “bagnomaria” in appositi calderoni a doppio fondo per la circolazione dell’acqua e del vapore. Ovviamente, in entrambi i casi, le dosi sono a discrezione di ciascun pasticciere che le custodisce segretamente: ogni torrone è diverso, ma tutti rilasciano quella dolcezza che è tipica delle feste e che è gradita anche in ogni altro momento dell’anno.