Cavour ne andava matto e pare che ogni suo pasto, sia che fosse in Langa o nei palazzi del potere di Torino, dovesse concludersi con un paio di paste di meliga da accompagnare con un bicchierino di barolo chinato. In effetti questo dolcetto è una vera e propria delizia, una carezza per il palato da concedersi senza troppi sensi di colpa, non solo a fine pasto, ma magari a colazione o anche a merenda. Gli ingredienti alla base di questi biscotti sono farina di mais essiccato e macinato a grana fine (in dialetto piemontese “melia” da cui il nome “meliga”), burro, uova, zucchero e buccia di limone. La loro principale caratteristica è quell’aspetto rustico e ruvido che deriva proprio dall’utilizzo della farina di mais a basso contenuto di acidi grassi saturi e sodio. Le origini sono piuttosto antiche e presumibilmente la scelta di realizzare biscotti con un derivato del mais avvenne in tempo di carestia, quando la farina bianca era pressoché un lusso. Friabile, con un gusto intenso e antico che si rilascia sciogliendosi in bocca, questo dolcetto è estremamente genuino e adatto ad ogni momento della giornata.