C’è chi lo ama bianco, chi ambrato, qualcuno rosato o addirittura con l’aggiunta di caramello e quindi di un bel rosso. Le nuance del Vermouth sono molte e forse proprio questa varietà cromatica, unita a sfumature di gusti e profumi, hanno fatto la sua fortuna. Un liquore millenario, se si vuole dar credito alle leggende. Pare infatti che gli antichi greci fossero soliti aggiungere spezie e miele nelle anfore di vino e che Ippocrate, fondatore della medicina scientifica, fosse solito usare questi derivati per curare alcune patologie. Pur non volendo andare così in là nel tempo, la storia del vermouth ci porta al medioevo, quando questi vini aromatici divennero d’uso più comune, vuoi per il gusto più gradevole rispetto ai vini tradizionali, vuoi perché ritenuti terapeutici e digestivi. Vini che presto iniziarono ad andare di moda tra la nobiltà e le classi abbienti. Un vermouth che però è ancora lontano da quello che degustiamo ai giorni nostri, perché occorre fare un salto in avanti e arrivare al XVIII sec. e per la precisione a Torino dove, per mano di Antonio Benedetto Carpano nacque il primo vermouth moderno. Fu subito un gran successo per le doti digestive, ma presto si affrancò dalla sua natura curativa e divenne un vero must da degustare in qualsiasi momento del giorno. Da Torino al resto del Piemonte, soprattutto nell’area vitivinicola di Langhe Monferrato Roero, il passo fu breve e ancora oggi sono molte le aziende che hanno in produzione questo liquore dalle mille note aromatiche e dalle ricette spesso segrete.

Consorzio del Vermouth di Torino
www.vermouthditorino.org